Questa mattina due classi del nostro Liceo, la 2° A TED e 3° A LS, hanno partecipato a un’uscita didattica volta a conoscere in profondità la Lecce medievale, intrecciando lo studio del romanzo La sposa normanna con l’osservazione diretta del patrimonio monumentale cittadino. L’esperienza — pensata come outdoor education — ha trasformato la città in un laboratorio a cielo aperto, dove la lezione in aula si è completata e arricchita grazie al contatto con i luoghi che hanno fatto da sfondo alle vicende storiche e letterarie affrontate in classe. Si ringrazia la preparatissima guida, l’archeologa Lara Galati, che ha condotto il gruppo in un viaggio tra storia, arte e architettura.

Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo: un modello del romanico pugliese
La visita si è aperta alla chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, complesso edificato alla fine del XII secolo su iniziativa del conte normanno Tancredi d’Altavilla. La fondazione è tradizionalmente datata intorno al 1180 e il complesso è considerato un punto di riferimento per l’evoluzione del romanico in Terra d’Otranto: qui si osserva una felice sintesi tra influssi latini, bizantini ed elementi “d’Oltralpe”. È stato importante far notare agli studenti come le scelte spaziali e decorativo-formali della chiesa abbiano funzionato da modello per edifici posteriori nell’area, nello specifico le tre cornici che rendono la porta d’ingresso un esempio magnifico dell’arte dell’epoca.
Il Monastero degli Olivetani: spiritualità, viabilità antica e centro di cultura
Il vicino Monastero degli Olivetani ha offerto la cornice ideale per discutere il ruolo dei grandi complessi monastici nel Medioevo: non solo luoghi di culto, ma nodi di reti viarie, centri agricoli e depositari di saperi. Il monastero sorgeva lungo l’antico tracciato della via Appia-Traiana, una collocazione che ne accentuava la funzione strategica e di controllo del territorio oltre che religiosa. Abbiamo osservato il chiostro, le strutture conventuali e le trasformazioni subite dall’edificio nei secoli, mettendo in relazione le alterazioni architettoniche con le vicende storiche locali (passaggi di ordini religiosi, committenze signorili e ristrutturazioni barocche posteriori).



La Torre di Belloluogo: architettura militare e la dimora di Maria d’Enghien
La tappa finale alla Torre di Belloluogo, attraverso una passeggiata nell’omonimo parco, ha permesso di affrontare il tema della fortificazione urbana e della difesa in età tardo-angioina. La torre cilindrica, inserita in un complesso dotato di fossato perenne, è un chiaro esempio di presidio militare posto a guardia di una via di comunicazione verso Taranto; la sua morfologia (parapetto, feritoie, corona di merli) consente di parlare con gli studenti e le studentesse delle tecniche difensive e del paesaggio militare medievale. All’interno della torre si conservano tracce decorative e una cappella affrescata con immagini sacre di datazione attribuibile ai primi del Quattrocento. La torre è, inoltre, storicamente legata alla figura di Maria d’Enghien, contessa di Lecce, la cui presenza nella città e l’attività politica ne hanno segnato la memoria locale: parlarne ha aiutato gli studenti a collegare vicende personali di attori storici con cambiamenti istituzionali e urbanistici che hanno plasmato la città.
Tancredi e Maria d’Enghien: protagonisti che plasmano la città
Nel corso dell’itinerario abbiamo ricomposto le biografie di Tancredi d’Altavilla e di Maria d’Enghien, sottolineando come le scelte dei signori e dei sovrani incidano direttamente sulla forma e sul ruolo degli edifici urbani. Tancredi, come fondatore del complesso benedettino e promotore di opere pubbliche, ha lasciato un’impronta materiale e istituzionale che è possibile «leggere» ancora oggi nelle stratificazioni architettoniche; Maria d’Enghien, invece, rappresenta il potere femminile nella sfera politica locale e la connessione tra la comunità leccese e le corti del Regno di Napoli. Collegando questi profili storici alla lettura de La sposa normanna, gli studenti e le studentesse hanno potuto tradurre i personaggi di carta in presenze concrete nello spazio cittadino e con il loro lascito nel territorio.
Outdoor education: apprendere con i sensi e la comunità
L’attività ha perseguito obiettivi didattici chiari: sviluppare competenze di osservazione critica, leggere le fonti materiali (architettura, iscrizioni, decorazioni), e intrecciare la conoscenza storica con la sensibilità estetica e la consapevolezza civica. Camminare tra le opere architettoniche della Lecce medievale ha consentito alla comunità scolastica di sperimentare processi di ricerca sul campo — analisi diretta, formulazione di ipotesi interpretative, confronto con fonti storiche e letterarie — in un percorso che promuove sia l’autonomia intellettuale sia la collaborazione tra pari.

Si ringraziano le studentesse e gli studenti per l’entusiasmo dimostrato e le docenti accompagnatrici, prof.sse Pennetta e Latino, per l’impegno nell’organizzazione. Continueremo ad integrare uscite come questa nel percorso curricolare: la città, con la sua stratificazione storica, rimane la più ricca e immediata delle “aule”.
Personale scolastico
Docente